23/07/2023

Mantenimento diretto, cos’è e quando si può chiedere

Il mantenimento diretto è una delle opzioni che si possono mettere in pratica per aggirare le inadempienze e i ritardi della parte obbligata a versare un assegno disposto dal Giudice a favore dei figli o del coniuge.

Mantenimento diretto, cos'è e quando si può chiedere

Il mantenimento diretto può aiutare, soprattutto alla luce delle modifiche introdotte dalla riforma Cartabia. Oggi, infatti, il processo si semplifica e velocizza a favore di un assegno automatizzato.

Cos’è il mantenimento diretto, definizione

Questo è il procedimento attraverso il quale si obbliga il datore di lavoro  o qualsiasi altro terzo che effettua pagamenti periodici a favore dell’obbligato a versare l’assegno direttamente alla parte che ne ha diritto.

Ovviamente questo processo è possibile nel momento in cui il coniuge tenuto al versamento risulti regolarmente assunto. Il meccanismo può essere messo in pratica in fase di separazione o divorzio, anche in assenza di matrimonio (more uxorio).

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Novità per chiedere il mantenimento diretto

In passato c’erano dei meccanismi che regolavano la richiesta di pagamento diretto del mantenimento. Oggi, grazie alla Riforma Cartabia, è possibile evitare il ricorso giudiziario per ottenere questo risultato. Cosa significa?

Non è più necessario fare ricorso al Giudice per ottenere il mantenimento diretto, semplificando così le procedure e accorciando i tempi esecutivi. Il dispositivo dell’art. 473 bis 37 Codice di procedura civile – aggiornato al 2022 con la Riforma Cartabia – ci ricorda questo passaggio decisivo:

“Il creditore cui spetta la corresponsione periodica del contributo in favore suo o della prole (…) può notificare il provvedimento o l’accordo di negoziazione assistita in cui è stabilita la misura dell’assegno ai terzi tenuti a corrispondere periodicamente somme di denaro al soggetto obbligato, con la richiesta di versargli direttamente le somme dovute”.

Il debitore deve versare la somma entro 30 giorni dal ricevimento della diffida. In mancanza, il beneficiario dell’assegno di mantenimento può procedere direttamente nei confronti del terzo.

Nessuna differenza tra separazione e divorzio

La novità: i procedimenti di mantenimento diretto sono uguali tra separazione e divorzio. Prima della Riforma Cartabia, infatti, il processo di domanda per il mantenimento diretto, senza passare dall’ordine del Giudice, era previsto solo per il divorzio.

Oggi le due condizioni sono totalmente equiparate: anche in caso di separazione non è necessario fare questo passaggio in tribunale per ottenere il pagamento del mantenimento diretto dal datore di lavoro.

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Come ottenere il mantenimento diretto

Per procedere è sufficiente inviare una PEC o una raccomandata con ricevuta di ritorno al coniuge inadempiente che ritarda il pagamento.

Se entro 30 giorni non si adegua è possibile chiedere al datore di lavoro di effettuare i pagamenti dovuti, già disposti dal Giudice.

Non è in suo potere rifiutarsi o modificare l’importo disposto dal Tribunale: una volta ricevuta la notifica, dal mese successivo deve versare la somma pattuita al coniuge che si occupa del mantenimento della prole. Se il datore si rifiuta o decurta una parte dell’assegno diventerà lui stesso il debitore.

Ovviamente tutto questo vuol dire semplificare i percorsi e ridurre i tempi di attesa. Se hai bisogno di maggiori informazioni e hai bisogno di un confronto su questo tema puoi contattarmi via email.