Al momento, in Italia, la mediazione familiare non è obbligatoria. Questo non significa, però, ignorare l’utilità di questo percorso che può migliorare il risultato di un processo già molto difficile come la separazione.
In alcuni casi, l’intervento di una terza persona può essere fondamentale per affrontare nel miglior modo possibile il passaggio da uno stato di unione a quello di separazione, nel rispetto delle parti e degli interessi comuni.
Senza dimenticare quello dei figli. Ecco perché, pur non essendo ancora obbligatoria, in molte circostanze la mediazione familiare è fondamentale.
Cos’è la mediazione familiare, definizione
Con questo termine si intende un percorso nel quale si tenta di individuare dei punti di mediazione in una coppia in fase di separazione. Obiettivo: evitare l’aumento delle ostilità.
Questo processo avviene attraverso la figura del mediatore familiare, ovvero un professionista che può ascoltare le esigenze delle parti e aiutare la coppia a separarsi nel miglior modo possibile. Tamponando i danni di una progressiva e incontrollata avanzata delle dinamiche negative.
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Perché è importante la mediazione familiare
Le coppie in separazione che decidono di farsi seguire da un mediatore familiare possono contare su processi più brevi, un risparmio di risorse economiche nel breve e nel lungo tempo, un livello di stress inferiore.
In buona sintesi, per tutte le parti in causa, la mediazione familiare non è obbligatoria in Italia ma rappresenta una tutela superiore dei figli. E un aiuto concreto per prendere decisioni comuni, concordate.
Mediazione familiare non obbligatoria per legge
Questo è il punto di partenza: non esiste obbligo di mediazione familiare in Italia. Cosa dice la legge? Il decreto n.28 del 4 marzo 2010, per l’attuazione dell’articolo 60 del 18 giugno 2009, in materia di mediazione finalizzata alla conciliazione delle controversie si occupa solo dei casi civili e commerciali.
Non si occupa della mediazione familiare che resta un’opzione della coppia in linea di principio. Il giudice deve suggerire, nel caso in cui sussistano dei presupposti, la possibilità di ricorrere a questo strumento. In alcuni casi può ritenere opportuno imporre il percorso. Proprio come suggerito dalla Cassazione Civile, 06-05-2019, n. 11842. La sentenza:
“I genitori provvedano ad una mediazione familiare, per superare le difficoltà riscontrate, disponendo che il consultorio “prenda in carico il nucleo familiare e predisponga un percorso di sostegno psicologico della minore e di supporto alla genitorialità di entrambe le parti”: e ciò, a tutela del pieno interesse della minore, che lo specifico compito affidato al giudice in simili situazioni;
La mediazione familiare è uno strumento efficace e funzionale anche alla tutela dei più piccoli. Sul punto il dispositivo dell’art. 337 octies del Codice Civile così dispone:
“Qualora ne ravvisi l’opportunità, il giudice, sentite le parti e ottenuto il loro consenso, può rinviare l’adozione dei provvedimenti di cui all’articolo 337 ter per consentire che i coniugi, avvalendosi di esperti, tentino una mediazione per raggiungere un accordo, con particolare riferimento alla tutela dell’interesse morale e materiale dei figli”.
Tutto questo per meglio comprendere che, pur non essendo strettamente obbligatoria, la mediazione familiare resta un percorso decisivo – e spesso consigliato – per aiutare la coppia a separarsi nel modo meno traumatico possibile nell’interesse dei figli, soprattutto se minorenni. Per maggiori informazioni puoi contattarmi.