29/05/2023

Il dovere di leale collaborazione nei processi di famiglia

Con la riforma Cartabia, il dovere di leale collaborazione nei processi di famiglia ha acquisito una visibilità differente. In realtà era già presente un riferimento, nel nostro ordinamento giuridico, al fatto che: 

“Le parti e i loro difensori hanno il dovere di comportarsi in giudizio con lealtà e probità”.

Questo è quanto previsto nel Codice di Procedura Civile all’art. 88 c.pc. Oggi, però, grazie alla revisione del processo di famiglia abbiamo un nuovo riferimento che ci permette di ampliare il dovere di leale collaborazione durante i procedimenti di famiglia.

Cos’è il dovere di leale collaborazione?

Si tratta dell’obbligo imposto alle parti di fornire lealmente e tempestivamente la documentazione e le informazioni utili per il processo. Anche a discapito della propria condizione. Per comprendere il concetto in questione dobbiamo citare l’art. 473-bis.18 che è posto a base del dovere di leale collaborazione durante i procedimenti familiari.

Obiettivo del dovere di leale collaborazione?

Lo scopo finale è quello di velocizzare un giusto processo evitando la presentazione di documenti non completi, errati o volutamente manchevoli per ridurre il proprio contributo patrimoniale.

E quindi sperare in un mantenimento meno oneroso a scapito della controparte. Sono previste sanzioni per chi non rispetta il principio di leale collaborazione. Perché è necessario tutto questo?

Dovere di leale collaborazione

Non sempre il patrimonio dei soggetti interessati può essere recepito attraverso la dichiarazione dei redditi. Si devono valutare beni immobili e mobili, come la partecipazione in società di capitale e il possesso di auto di lusso, conti correnti bancari, azioni, obbligazioni, fondi e titoli di Stato.

Quali sono le sanzioni in questo caso?

Secondo l’art. 116 c.p.c. il giudice può desumere elementi di prova per decidere sul caso e procedere con il rimborso spese nei confronti della parte lesa ma, se necessario, anche con il risarcimento danni.

Questo significa che, oltre all’aspetto economico, la condotta sleale può influenzare le decisioni del giudice all’interno del processo familiare.

Perché è importante questo passaggio?

Si tratta di una deroga al principio fondamentale della difesa che trova un riferimento decisivo nella Costituzione. Infatti, già nell’articolo 29 del Titolo II – Rapporti etico-sociali – si intravedono le basi di questo concetto.

Ovvero della reciproca lealtà tra i coniugi. Nello specifico, l’art. 473-bis.18 concentra il focus sul comportamento delle parti nella produzione dei documenti e delle prove utili al procedimento in materia di famiglia per definire le condizioni economiche. Che saranno un riferimento per procedere alla definizione degli obblighi rispetto all’assegno di mantenimento.