L’assegno unico è un sostegno economico alle famiglie che hanno uno o più figli. Si tratta di una somma che varia in base all’ISEE e alla prole, la misura è stata istituita nel 2021 ed è entrata in vigore dal 1° marzo 2022. Ma è chiaro che questa somma può essere motivo di discussione nel momento in cui ci troviamo di fronte a genitori separati, divorziati o non conviventi.
Cos’è l’assegno unico e universale?
Si ratta di una somma che viene versata mensilmente dall’INPS sul conto corrente di uno dei genitori. L’obiettivo è il sostegno delle famiglie con figli sostituendo una serie di benefici e detrazioni fiscali preesistenti.
L’assegno unico è rivolto alle famiglie con figli a carico dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età. Non ci sono limiti di reddito ma l’importo varia in base alla condizione economica definita dall’ISEE. Un valore minore comporta un assegno unico superiore. Per le famiglie con figli disabili, l’assegno prevede maggiorazioni.
Il riferimento legislativo dell’assegno
Per capire come funziona l’assegno unico con genitori separati o divorziati dobbiamo leggere il decreto legislativo del 29 dicembre 2021, numero 230. L’articolo 2, comma 2, riporta queste parole ben definite:
“L’assegno di cui all’articolo 1 spetta, nell’interesse del figlio, in parti uguali a chi esercita la responsabilità genitoriale (…). In caso di affidamento esclusivo, l’assegno spetta, in mancanza di accordo, al genitore affidatario. Nel caso di nomina di un tutore o di affidatario (…) l’assegno è riconosciuto nell’interesse esclusivo del tutelato ovvero del minore in affido familiare”.
Aggiungiamo che nel caso di figli maggiorenni, questi possono chiedere l’accredito dell’assegno unico direttamente sul proprio conto corrente. E chiedere la “corresponsione diretta della quota di assegno loro spettante”.
Assegno unico con genitori separati
La domanda per ottenere l’assegno unico può essere presentata online sul sito dell’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale), tramite patronati o CAF (Centri di Assistenza Fiscale). La grande novità rispetto ad altre misure precedenti: c’è la possibilità di ripartire la somma al 50% tra i due genitori.
In modo da semplificare molto la soluzione nel momento in cui dobbiamo gestire l’assegno unico con genitori separati o divorziati.
In questi casi, infatti, si può scegliere di ripartire la somma in parti uguali tra i genitori affidatari che esercitano la responsabilità genitoriale. Basta fare dimanda all’INPS indicando come opzione i dati di entrambi i genitori.
Se c’è affidamento esclusivo, la somma viene elargita solo al genitore affidatario. Altra ipotesi: c’è affidamento condiviso ma il giudice stabilisce il collocamento del minore presso il genitore richiedente, in questo caso l’assegno unico può essere incassato esclusivamente da quest’ultimo.
Lo stesso vale per eventuale tutore legale. Si può sintetizzare che questa misura segue sempre l’interesse del minore che deve essere tutelato.
Cambiare la ripartizione dell’assegno unico
Come richiedere il 50% dell’assegno unico quando la domanda è stata già presentata dall’altro genitore e non ha intenzione di concedere questo beneficio? Il punto sostanziale è che questa percentuale spetta di diritto.
Almeno nel momento in cui si è genitore affidatario, perché l’assegno unico è una misura rivolta ai figli. Di conseguenza basta entrare nella domanda con le proprie credenziali e scegliere una suddivisione pari al 50%. Non c’è bisogno di consenso dell’altro genitore dato che è un proprio diritto.