16/09/2022

Cos’è il diritto di abitazione del coniuge superstite?

Il diritto di abitazione – regolato dall’art. 540 del codice civile – è uno dei principi del nostro ordinamento che consente al coniuge superstite anche quando concorre con altri chiamati all’eredità, il diritto di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare e di uso dei mobili che la corredano, se di proprietà del defunto o comuni.

diritto di abitazione del coniuge superstite

Il principio è chiaro: al coniuge superstite è riservato il diritto di abitazione nella casa utilizzata come residenza familiare se di proprietà del defunto o comune. Ma vediamo in dettaglio di cosa si tratta:

Cos’è il diritto di abitazione del coniuge

Il principio che consente alla moglie o al marito di poter abitare nella casa di residenza di proprietà comune o di proprietà del coniuge defunto.

Questo aspetto viene regolato dal già citato articolo 540 che definisce un punto: una quota del patrimonio del defunto è riservata a persone che hanno dei legami specifici, anche in assenza di testamento. Il punto essenziale:

“Al coniuge, anche quando concorra con altri chiamati, sono riservati i diritti di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare e di uso sui mobili che la corredano, se di proprietà del defunto o comuni”.

art. 540 del codice civile

Non è previsto diritto di abitazione su immobili differenti. Il suddetto diritto non può quindi estendersi ad un ulteriore e diverso appartamento, autonomo rispetto alla sede domestica. Ancorché ricompreso nello stesso fabbricato ma non utilizzato per esigenze abitative familiari.

Questo principio vale se i soggetti coinvolti erano sposati o avevano contratto un’unione civile come indicato dalla Legge Cirinnà 76/2016.

Rispetto quest’ultima opzione, il convivente superstite può abitare la casa del partner defunto per un periodo di tempo limitato, anche nel caso in cui vi siano degli eredi. Questo beneficio, però, vale solo se la convivenza è stata dichiarata all’ufficiale di Stato civile del Comune di residenza.

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Quali sono i limiti di questo diritto?

Il diritto di abitazione ha come scopo quello di preservare la condizione del coniuge superstite di continuare a vivere nella casa familiare in una fase molto delicata quale la perdita del congiunto.

L’istituto preserva il principio abitativo, non garantisce una forma di proprietà assoluta dell’immobile. Di conseguenza il beneficio non può essere ceduto o trasferito. Oppure dato in locazione a terzi. Alcun diritto è previsto per il coniuge che ha interrotto la convivenza stabilendosi in un’ altra abitazione.

Cosa accade in presenza dei figli?

Anche in presenza di altri eredi, come i figli, il coniuge superstite ha diritto a rimanere nella casa sempre che sia di proprietà del defunto o in comunione. Dal punto di vista fiscale, il coniuge superstite deve versare tutti i contributi mentre ai figli non spetta alcun pagamento.

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Quanto dura il diritto di abitazione del coniuge?

Fin quando rimane in vita o il diritto non decade a causa di un motivo già elencato come la volontà di affittare la casa. Il diritto è quello di garantire la continuità abitativa del coniuge che era sposato o unito con il de cuius.