Può capitare che il giudice assegni a te la casa coniugale per vivere con i tuoi figli. Cosa accade, però, se il coniuge separato non cambia residenza? Questa è una condizione tipica, spesso la decisione ha delle motivazioni economiche, ma di sicuro può influenzare negativamente la qualità della vita.
Anche perché, ad esempio, la sua posta continua ad arrivare a casa ed è chiaro che non ha cambiato residenza all’anagrafe. Quello che devi sapere, però, è che è tuo diritto esigere il cambio di residenza dell’ex.
Da separati bisogna cambiare residenza?
Il presupposto è questo: esiste obbligo di coabitazione (art. 143 cod. civ.) quando si è sposati ma non un vincolo legale che obbliga l’ex coniuge a lasciare subito la casa in fase di separazione.
Il coniuge non assegnatario, ovvero quello che deve lasciare l’abitazione, se ha bisogno di più tempo per trovare una nuova sistemazione non è obbligato a cambiare subito residenza. A patto che quello assegnatario accetti di ospitarlo temporaneamente. Quindi per un periodo definito e limitato.
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Perché è importante cambiare residenza?
Dopo la separazione, è fondamentale procedere al cambio di residenza dell’ex coniuge non assegnatario perché un’eventuale coabitazione potrebbe essere considerata un segnale di riconciliazione come ci ricorda l’art. 157 del Codice Civile. Il rischio per chi sta affrontando un processo di separazione, in questo caso, è quello di rendere vano il procedimento in atto.
Cambiare residenza prima della separazione
Una volta separati, sarebbe ideale lasciare la casa all’assegnatario e ai figli con lo stesso conviventi e comunicare il prima possibile la nuova residenza. Questo però non è possibile prima della separazione: in questo caso, infatti, parliamo di abbandono del tetto coniugale con tutte le conseguenze del caso.
Quando è obbligatorio il cambio di residenza?
Nel momento in cui avviene la separazione, il coniuge non assegnatario è obbligato a cambiare residenza. Magari si procede con una coabitazione separata per un periodo di tempo limitato, e definito dal giudice.
In modo da consentire all’altra parte di trovare casa. Poi, l’ex ha il dovere di comunicare all’altra parte e alle autorità competenti la sua nuova residenza.
Questo deve avvenire entro 30 giorni se sono presenti figli minori. La prassi da seguire è semplice: bisogna cambiare residenza all’anagrafe del Comune e comunicare il nuovo domicilio per le utenze. In questo modo saranno avvisati tutti gli uffici – dall’Agenzia delle Entrate alle Forze dell’Ordine.
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Ex non sposta residenza: cosa fare
Cosa fare se il coniuge separato non cambia residenza? In questi casi conviene andare all’anagrafe del comune e procedere con istanza di cancellazione avendo come supporto la decisione del Tribunale ed eventuale nuovo indirizzo dell’ex. L’assenza di quest’ultimo dato comporta la procedura di irreperibilità. In ogni caso questa è la procedura da seguire
La presenza di eventuali beni dell’ex coniuge in casa complica di poco la procedura: non puoi venderli, né buttarli. La soluzione è quella di intimare il recupero dei beni come indicato dall’articolo 1209 del Codice Civile.
Se tutto questo non ha effetto puoi depositare i beni in un luogo sicuro a sue spese che però devi anticipare tu, e comunicarlo prontamente all’altra parte. Che dovrà restituire il denaro appena ritira il tutto. Se le spese per il deposito sono eccessive si può procedere con richiesta al tribunale di vendere. Ogni aspetto deve essere comunicato al giudice e gestito attraverso il tuo legale di fiducia.