Uno dei dilemmi per i clienti che chiedono parere a un avvocato matrimonialista è questo: la differenza tra separazione e comunione dei beni. Qual è la soluzione migliore per un matrimonio sereno e per evitare situazioni di tensione? Ci sono dei vantaggi o dei punti da evitare?
La risposta non è immediata, ci sono dei punti da valutare con cura. Ecco tutto quello che devi sapere per prendere una decisione serena e capire se conviene la separazione o comunione dei beni nel matrimonio.
Comunione dei beni, la definizione chiara
Il matrimonio corrisponde a un passaggio preciso. Tutto quello che viene acquistato dopo il matrimonio – sia civile che religioso – diventa proprietà di entrambi i coniugi. A parte alcuni beni definiti come strettamente personali.
Questo principio è stato definito con la riforma del diritto di famiglia del 1975 e comprende sia i beni materiali che immateriali. Come, ad esempio, gli acquisti avvenuti dopo il matrimonio, le aziende, gli utili, i proventi e ciò che riguarda l’attività imprenditoriale di entrambi i coniugi in regime legale.
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Cos’è la separazione dei beni, una spiegazione
La proprietà del singolo prima e dopo il matrimonio resta tale. In questo caso si mette in primo piano la proprietà del singolo ma attenzione: di base, se non viene specificato, il regime patrimoniale è quello della comunione dei beni. Chi desidera la separazione deve specificarlo nella sede opportuna.
Spesso, questa è la soluzione preferita perché offre maggiori libertà e flessibilità In caso di difficoltà economiche di uno dei componenti della coppia non vengono aggrediti i beni dell’intera famiglia e c’è la possibilità di acquistare eventuali beni di rilevanza (come una casa) in comunione.
Tutti i beni sono in comunione legale?
Questo è un altro aspetto molto importante da conoscere rispetto alla differenza tra separazione e comunione dei beni. Sappiamo che in quest’ultimo caso il bene è del marito ma anche della moglie con percentuale del 50%, a prescindere da chi lo ha acquistato, fino a quando non assistiamo a intervento differente, o magari a una separazione tra i coniugi.
Ma vale per tutti i beni? No, alcuni restano di proprietà del singolo. Parliamo di quelli acquisiti per donazione o successione, a meno che non sia specificato diversamente, di uso personale e di esercizio della professione, che erano di proprietà prima del matrimonio.
Separazione o comunione: quando si decide?
Nel momento in cui si celebrano le nozze religiose o l’unione civile c’è la possibilità di scegliere tra separazione o comunione dei beni. Nel caso in cui non si dia nessuna preferenza in automatico si tende verso il regime legale. Ovvero la comunione dei beni. Ma è possibile tornare indietro?
Come si scioglie la comunione legale dei beni?
Uno dei dubbi fondamentali riguarda il ripensamento rispetto alla separazione o comunione dei beni. Ebbene è possibile rivedere in ogni momento la posizione di separazione o comunione dei beni occorre però tener presente quanto segue.
Le principali cause per lo scioglimento della comunione legale dei beni sono la separazione, il divorzio, l’annullamento del matrimonio, la separazione giudiziale dei beni. Poi si può scindere anche per decisioni della coppia.
Nello specifico occorre stipulare un atto pubblico notarile con due testimoni. Se hai bisogno di chiarimenti e indicazioni su questo punto puoi contattarmi per avere una consulenza.