Uno dei punti più dibattuti del nostro ordinamento giuridico, almeno per quanto riguarda la tutela della famiglia in generale, è quello dell’assegno di mantenimento per i figli maggiorenni. Sappiamo che un genitore deve provvedere al sostentamento della prole in ogni modo possibile.
Entrambi i genitori – sposati, separati, divorziati, coppia di fatto, etc. – sono chiamati, in base alle rispettive possibilità economiche, al sostentamento dei figli fino all’indipendenza economica. A sancire questo dovere è l’articolo 337 del Codice Civile.
Ma questa è una regola che vale per sempre? Anche quando il figlio o la figlia diventa maggiorenne e ha terminato il percorso di studi?
L’obbligo di mantenimento dei figli
Le norme del Codice Civile sono chiare sul punto: i genitori hanno il dovere di mantenere i figli fino al raggiungimento della loro indipendenza economica. Nello specifico l’art. 315 bis chiarisce i diversi punti da analizzare:
“Il figlio ha diritto di essere mantenuto, educato, istruito e assistito moralmente dai genitori, nel rispetto delle sue capacità, delle sue inclinazioni naturali”.
Questo significa che non è previsto alcun limite al mantenimento con la maggiore età. Un esempio pratico è quello degli studi: se la prole dimostra di voler proseguire e frequentare l’università, il genitore (sempre nei limiti delle proprie possibilità economiche) deve provvedere al mantenimento.
Questo principio non può e non deve essere confuso con un presunto obbligo incondizionato. L’assegno di mantenimento per figli maggiorenni, infatti, è collegato a un altro nodo per chiarire i diritti e i doveri della prole.
Principio di autoresponsabilità dei figli
Per affrontare questo argomento bisogna considerare che sul figlio maggiorenne non economicamente autosufficiente grava l’onere di dimostrare la necessità di continuare a beneficiare dell’assegno di mantenimento. Il quale non è dovuto a priori.
La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 26875/2023 del 20.9.2023, ha chiarito che il richiedente deve dimostrare di aver diritto a questo beneficio. Spesso, al termine del percorso di studi, il motivo per cui si continua a chiedere il mantenimento è l’attesa del giusto posto di lavoro. Gli ermellini sono netti su questo argomento:
“Per il figlio adulto, in ragione del principio dell’autoresponsabilità, sarà particolarmente rigorosa la prova a suo carico delle circostanze, oggettive ed esterne, che rendano giustificato il mancato conseguimento di una autonoma collocazione lavorativa”.
La predetta pronuncia chiarisce, dunque, che se il figlio è maggiorenne e continua in modo proficuo gli studi superiori, universitari o di specializzazione, conserva il suo diritto al mantenimento. Ma il principio di autoresponsabilità circoscrive quello di attesa del giusto posto. Infatti, non trova alcuna giustificazione l’attesa dell’occupazione desiderata.
Quando cessa il mantenimento del figlio maggiorenne?
L’assegno di mantenimento a favore dei figli maggiorenni può e deve essere elargito fin quando la prole prosegue il percorso di studi e dimostra di impegnarsi in ogni modo possibile per trovare un posto di lavoro in grado di garantire la propria indipendenza.
Quindi, di fronte ai giudici smette di essere obbligatorio nel momento in cui la condotta è inadeguata, sia alla ricerca del lavoro che alla gestione degli studi. Hai bisogno di chiarimenti? Contattami subito per avere le indicazioni.