05/09/2025

Cos’è come funziona l’affido alternato?

Il concetto di affidamento alternato dei figli minorenni è un concetto ben noto alla giurisprudenza e riguarda la possibilità di dividere responsabilità e gestione della prole in misura uguale tra i due genitori coinvolti. Compresa la possibilità di passare dei periodi di tempo precisi con ciascun genitore. Ad esempio, una settimana da mamma e una da papà, o altre combinazioni.

affidamento alternato

Questa soluzione è ideale per aiutare i bambini o i ragazzi ad affrontare la separazione dei genitori nel modo meno traumatico possibile.

L’idea di base è che entrambi i genitori mantengano un ruolo attivo e continuativo nella vita quotidiana dei figli, non solo nei weekend. Ovviamente devono esserci i presupposti per attivare questo affidamento.

Concetto differente dal collocamento con il quale intendiamo dove i figli vivranno e avranno di regola la residenza: l’affidamento è la capacità del genitore di prendere decisioni per i figli. Quali sono i confini di questo tema?

Cos’è l’affidamento condiviso dei figli

Nel momento in cui si procede con la separazione dei genitori, il giudice procede con la definizione di un tipo di affidamento della prole. Mentre l’opzione esclusiva prevede che un genitore abbia maggiori responsabilità nella cura quotidiana dei figli, nell’affido condiviso questo aspetto è paritario.

Questa condizione è simile ad altre tipologie di affido come quello condiviso. In realtà, con quest’ultima soluzione noi abbiamo una condizione i cui i genitori hanno sicuramente un ruolo paritario nelle scelte importanti della vita dei figli ma questi risiedono prevalentemente presso uno dei genitori.

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Come funziona l’affidamento alternato

Il Giudice stabilisce un calendario per permettere alla prole di passare dei periodi di tempo alternati con i genitori in modo da garantire una presenza stabile di entrambe le figure di riferimento nella vita dei più piccoli.

Questa condizione permette di mantenere un livello di armonia e una stabilità emotiva importante, sia per i figli che per i genitori. Ovviamente il tutto si basa sulla sentenza del giudice che deve confermare o meno l’opzione richiesta in base alle valutazioni e alle esigenze del caso.

Quali sono i presupposti ideali?

Per attivare questo tipo di collocamento possiamo ipotizzare la presenza di una serie di parametri che ci consentono di valutare positivamente la possibilità di attivare questa modalità. In primo luogo, si richiede che i genitori vivano vicini per non sconvolgere le abitudini dei bambini.

Che devono adattarsi positivamente ai cambiamenti e vivere bene l’idea di cambiare spesso la casa di riferimento. Ovviamente, per far funzionare questo meccanismo i genitori devono collaborare civilmente.

Un esempio concreto di affidamento

Ipotizziamo un caso di applicazione dell’affidamento condiviso – basato sul diritto alla bigenitorialità, sempre centrale nella Convenzione sui diritti dell’Infanzia resa esecutiva in Italia con la legge n. 176 del 1991. Ci troviamo di fronte a un caso di separazione consensuale, in cui i genitori desiderano un rapporto stretto con i bambini. Vivono a pochi minuti di distanza.

I bambini potrebbero avere la residenza anagrafica dalla mamma, ma con un piano di permanenza equilibrato. Lo schema: una settimana dalla mamma, una dal padre e vacanze divise equamente. Se questo non è possibile?

Realisticamente, la coppia può decidere per un affido condiviso classico (residenza principale da uno dei genitori più weekend da trascorrere con l’altro) se si ritiene che l’alternanza sia troppo destabilizzante per i bambini del nucleo. Vuoi maggiori informazioni sull’argomento?