20/01/2025

Stalking giudiziario, quando si verifica e come agire

Una delle situazioni che può verificarsi anche in sede di separazione o divorzio è la possibilità di ritrovarsi in una condizione di stalking giudiziario. Ipotesi in cui un soggetto subisce atti persecutori attraverso la formula di continue denunce, querele e minacce di tipo legale. Si tratta di un uso malsano degli strumenti giudiziari che in realtà dovrebbero servire a tutelare i cittadini.

Stalking giudiziario, quando si verifica e come agire

Lo stalking giudiziario si può registrare in diversi contesti, anche quelli lavorativi o in fase di successione quando c’è un’eredità. Ma tra i coniugi che sono in fase di separazione e divorzio spesso ci sono queste condizioni.

Cos’è lo stalking giudiziario, una definizione

Con il termine stalking intendiamo una pratica reiterata e persecutoria che spinge chi la subisce a vivere uno stato di disagio psichico, paura. Modificando in modo chiaro le proprie abitudini di vita. Quindi è destinato a dover scontare una pena che va da un anno a sei anni e sei mesi chi:

con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita.

Gazzetta Ufficiale

Con lo stalking giudiziario tutto questo avviene attraverso gli strumenti a disposizione del singolo cittadino per far valere i propri diritti.

Quindi, ci troviamo di fronte a una forma di abuso del sistema giudiziario che mette in atto azioni legali strumentali o pretestuose con l’intento di molestare, intimidire o vessare un’altra persona. L’obiettivo è la persecuzione o la pressione psicologica per ottenere determinati fini.

Le caratteristiche dello stalking legale?

Questo comportamento persecutorio da parte di chi continua a minacciare azioni legali ha un carattere strumentale. Ciò significa che le varie denunce, querele e cause non vengono delineate per ottenere giustizia e risarcimenti.

Anzi, in alcuni casi non ci sono neanche i presupposti per procedere ma tutto viene fatto per terrorizzare e portarla verso una continua tensione.

L’obiettivo persecutorio si riscontra nella volontà di screditare l’altro, minare la fiducia agli occhi della pubblica opinione o dei familiari e oberare la controparte di spese legali che diventano insostenibili. Inoltre, altro elemento caratterizzante è il comportamento reiterato, ripetuto nel tempo.

Un esempio tipico di stalking giudiziario

Il caso della coppia in fase di separazione e divorzio è emblematica: uno dei coniugi, magari con maggiori disponibilità economiche e che pretende di ottenere maggiori vantaggi come ad esempio l’affido esclusivo dei figli, decide di attivare una serie di cause con motivi pretestuosi. L’obiettivo è quello di sfibrare la controparte e metterla in cattiva luce al fine di indebolirla.

Da leggere: quando decade la responsabilità genitoriale?

Le pene previste: come difendersi?

Il primo passo per chi viene colpito da un caso di stalking giudiziario: farsi seguire da un avvocato specializzato e raccogliere tutte le prove in grado di descrivere le condizioni di persecuzione che vengono reiterate.

Devi dimostrare, se possibile, che l’assenza del reato era già evidente a tutti prima che si attivi la causa da parte di chi ha messo in atto questo meccanismo.

Così è possibile illustrare l’intento pretestuoso dietro alle varie denunce o querele che appaiono infondate. Nell’ordinamento italiano non esiste un passaggio specifico rispetto allo stalking giudiziario ma questa condizione può essere inclusa nel contesto degli atti persecutori e con una buona difesa è possibile dimostrare in sede giudiziale che le azioni sono infondate.