Con la sentenza 161/2023 del 24.7.2023, la Corte Costituzionale ha fatto chiarezza sulla possibilità di ritrattare il consenso alla paternità dopo la fecondazione assistita dell’ovulo. In pratica, il padre non può tornare indietro rispetto alla decisione presa.
L’impianto degli embrioni è possibile dopo un certo periodo di tempo e, secondo la legge 40/2004 in materia di procreazione medicalmente assistita, anche dopo che la coppia si è separata e il padre ha revocato il consenso.
Il concetto di crioconservazione
Il punto di partenza della sentenza è la possibilità di crioconservazione degli embrioni (primo stadio dello sviluppo di un organismo). In passato era ammessa per problemi di salute garantire la possibilità di concepire.
Con la legge 40/2004, la crioconservazione degli ovociti era l’unica opzione per chi aveva l’intenzione di accedere a un ulteriore tentativo.
Dal 2009, con la sentenza 151 della Corte Costituzionale che dichiara illegittimo il divieto di fecondazione eterologa, è permessa la crioconservazione embrionaria per aumentare le probabilità di successo e ridurre il rischio di gravidanze multiple, tipiche di questa soluzione.
Il consenso negato del padre
Nel caso in esame, una donna dopo la separazione decide di accedere all’embrione crioconservato per procedere con l’impianto. Il padre si oppone.
Quindi ritira il consenso in quanto non ritiene più di dover assumere il ruolo di padre. Anche perché sono cambiati gli equilibri familiari, è iniziato un percorso di separazione ed è venuto meno il progetto di vita insieme all’altra persona.
Alcuni precedenti internazionali
Per avere un’idea della complessità del caso, bisogna ricordare che anche in altre nazioni ci sono stati casi simili. Giusto ricordare quello in cui la Corte israeliana ha comunque tutelato l’integrità psicofisica della madre. Sottolineando che sarebbe stato difficile sottoporsi ai passaggi medici con la consapevolezza che il marito poteva cambiare idea in qualsiasi momento.
Da leggere: cos’è il diritto all’ascolto del minore?
La decisione della Corte Costituzionale
La Corte Costituzionale – consapevole di quanto sia delicato e scivoloso il terreno – affronta il tema della irrevocabilità del consenso e la disparità del coinvolgimento dei genitori con la seguente motivazione:
Nella sentenza, la Corte conferma più volte di trovarsi su un terreno delicato i cui i confini non sono ancora ben chiari. Sul punto, sarebbe utile un intervento da parte del legislatore volto a valutare il giusto equilibrio tra le diverse esigenze poste dalle parti in gioco.